Come promesso, partiamo con le presentazioni. Beh, la spiaggia del Poetto non è un personaggio, ma chi vive a Cagliari o conosce uno dei suoi abitanti, sa bene che per noi è molto, ma molto di più. Una sorta di fratello maggiore per cui si nutre un’incondizionata ed inesauribile stima. E’ proprio qui, al Poetto, che la squadra protagonista di Tutt’altro che calcio sottoscrive – a suon di racconti e sberleffi- la sua fondazione. Niente paura, queste semplici poesiole troveranno presto una spiegazione, man mano che andremo avanti col racconto. Han provato a deturparmi Con quintal di rena nera La città da quasi un’era Può soltanto ricordarmi Fui teatro… Read More
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Giulia e la Lambretta Cagliari, 26 Ottobre 1975. Mi chiamo Giulia. E questa è la mia storia. Sono nata in un piccolo paese nella provincia di Cagliari, nel 1922. Mio padre era un soldato della Brigata Sassari, combatté al Fronte Italiano nella guerra del Quindici Diciotto. Prima di partire, faceva il contadino. Avevamo un discreto appezzamento di terra, che si estendeva tutto attorno alla nostra casa. Nel 1914 io ero solo un dolce sogno che saltellava dalla mente della mia futura mamma a quella del mio futuro padre, un sogno che si interruppe quando l’Italia costituì il glorioso reggimento di fanteria, che negli anni a seguire fu tanto acclamato… Read More
Continue ReadingMostrate i pugni e battagliate.
Cagliari, 24 Settembre 1955. Mi chiamo Mario, ho ventisei anni. Questa è la scuola più antica della città. Si trova nella via di cui porta il nome, Giuseppe Manno. Stamattina ho chiuso il portone della casa dove vivo da quando sono nato, e in quindici minuti mi sono ritrovato tra questi banchi. Sono i primi giorni di didattica, sia per voi che per me, che ho appena cominciato il lavoro per cui ho studiato per mezza vita. Di tanto in tanto, quando il cielo è coperto dalle nuvole, percorrendo quei cinquecento metri in salita, mi capita di ritornare con la mente al passato. Passo dinanzi alla chiesa di Sant’Antonio Abate… Read More
Continue Reading𝓜𝓪𝓻𝓲𝓸 𝓲𝓵 𝓑𝓻𝓲𝓰𝓪𝓷𝓽𝓮 – C𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝔽𝕚𝕟𝕒𝕝𝕖
Mario urlò di nuovo. Scese gli scalini a quattro a quattro. Arrivò al secondo piano, poi al primo, infine giunse al piano terra. In lontananza un uomo in divisa, di spalle, tirava forte il collare di Mario il Brigante. Ehi! Bitte! Bitte! Fermo! Tenente CAZZO! Fermo! Sì, dico a te, tenente Cazzo, o come ti chiami- urlò come se cercasse di sputare il suo stesso fegato per usarlo come arma per difendere il suo Brigante. L’uomo si fermò, Mario corse a perdifiato, quella parte dell’ospedale era affollata di persone che andavano e venivano via, tutti si fermarono ad osservare quella scheggia impazzita. Quando Mario li raggiunse, gridò: Bitte! Hai tre… Read More
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Era ormai notte fonda, quando Mario, Il Brigante e Ponziano erano stati caricati su un carro ambulanza, e portati all’ospedale. Ponziano era privo di conoscenza, e il ragazzo, mostrando i pugni e sistemandosi la lunga gonna per preparare un attacco a calci, era riuscito a impedire che li separassero. Ai medici aveva raccontato di essere stato soccorso da quell’uomo, che non conosceva, mentre si trovava nel mezzo del bombardamento. Solo alcuni giorni dopo, i medici avevano scoperto che era un soldato del Regio Esercito. Mario invece era stato destinato ai ricoveri sotterranei dell’ospedale, e da allora si era ben guardato dall’uscire, per sfuggire alle ricerche dei tedeschi. L’ospedale Civile si… Read More
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Bum! Una piccola nube, odore di polvere da sparo e un lamento canino. Mario sentì il cuore spaccare le costole e venire fuori dal petto, il cane fece un balzo indietro e restò pietrificato. Nel mentre i tedeschi impugnarono dei piccoli revolver che avevano alla cintura, Ponziano si girò e sparò un altro colpo, mirando ai loro piedi. Dalla piccola cartuccera nella tracolla, estrasse dei proiettili, armò nuovamente il fucile e fece fuoco un’altra volta, sempre tenendo bassa la canna. I tedeschi restarono a terra coprendosi il capo con le mani. Ad ammazza’ uno sconosciuto co’ la divisa diversa dalla mia pe fa’ contenti li governatori nun ce so bono,… Read More
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Il soldato scosse un braccio e lo mosse lentamente, fece lo stesso con l’altro, infine piegò una gamba e alzò la testa. Me ce chiamavano a scola – disse, cercando di sturarsi le orecchie con il dito indice. Cosa? Chi? Imbecille: me ce chiamavano a scola, pe’ questo ho mollato in prima elementare. Mario è lì, dobbiamo andare a prenderlo! Come facciamo? Cadeno le bombe! Ma che te sei ammattito? Sì, sono matto! –ringhiò con tutto l’ardore che aveva in corpo, scoprendo i denti, tutti rossi di sangue- Forza, andiamo! Ponziano si alzò, videro un’enorme massa nera muoversi all’impazzata in mezzo alle macerie. Una puzza tremenda andò a coprire l’odore… Read More
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Arrivarono alla stazione, girarono attorno alla piazza per alcuni minuti. Donne che tenevano per mano un bambino, che a sua volta ne teneva uno più basso e così via, anziani con delle enormi scatole in spalla o sopra la testa, un uomo che faticosamente trasportava una macchina per cucire in ferro pesante. Intere famiglie che si stringevano come in una grande catena fatta di paura e speranza, ed avevano una premura matta. Tutta la città era in fila per partire e la stazione era un enorme carnaio in preda alla confusione. Gli operatori delle ferrovie cercavano di destreggiarsi come potevano, perdevano il fiato a forza di usare il fischietto e… Read More
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Ponziano e Mario si reincontrano.
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Mario si svegliò con un mal di testa pulsante e fortissimo. Sentì una punta sopra la fronte, come se avesse una fasciatura stretta, sotto alla quale si era incastrato un sasso. Si toccò e sentì dolore. Provò ad alzarsi, e dovette aiutarsi con le mani: le gambe erano intorpidite, la coscia destra impanata di polvere e intonaco. Restò in piedi per alcuni secondi, cercando di guadagnare equilibrio. Si spostò verso l’esterno, barcollando. Arrivato fuori, una folata di vento lo aiutò ad accorgersi di essere nudo. Il petto completamente segnato da lunghe striature rosse, vi passò una mano sopra e delle fitte lancinanti lo fecero scattare. Tornò dentro. Restò sconvolto a… Read More
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