Un pomeriggio di Maggio, lo ricordo bene, era una serata bellissima. Il sole era a mezza altezza, e con le maniche delle felpe tirate su, sporchi da capo a piedi dopo ore a correre per le vie, trovammo un nuovo tesoro. Non pesava come l’oro e non ne valeva le pecunie, ma per noi era altrettanto prezioso. Erano purtroppo le sette e mezza, e il coprifuoco era per le otto. Ci trovavamo a due isolati dal nostro, in una strada dove non passavamo mai. Il marciapiede era largo cinquanta centimetri, poi iniziava una distesa di fiori gialli dal gambo alto e dall’odore sgradevole, ma a noi non dispiaceva. Francesco Grande,… Read More
Continue ReadingIl rifugio – Parte I-
Abitavo in una località alla periferia di Spoleto, Baiano per l’appunto. Non ricordo con precisione i nomi delle montagne che tagliavano a metà il cielo quando guardavo in lontananza, ne elenco alcune alla rinfusa, un po’ perché il suono mi piace assai, un po’ perché scriverli e pronunciarli m’aiuta nel ricordo, addolcisce la nostalgia: Monte Subasio, Monte Vettore, Pettino. La strada di casa mia era poco trafficata, dei marciapiedi vecchi e rovinati finivano sui muri di cinta dei giardini. Guardando dall’alto, la lottizzazione si presentava come una enorme serie di zeri, che al centro avevano uno spiazzo incolto. Quello del mio isolato era il più inaccessibile: arbusti intricati, fanghiglia e… Read More
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