Il Subbuteo. Quel gioco così meraviglioso che, quando ero bambino, mi sembrava un miraggio. Lo conoscevo da quando avevo tre, forse due anni. Lo usava mio fratello maggiore. Io lo osservavo schiccherare quegli omini, il cui rumore, oggi, sono un unico parallelo di ricordi accatastati nel tempo. Ma mi piace ricordarne uno, legato all’altro mio fratello che era amava tanto il monologo di Francesco Nuti in “Caruso Paskoski (di padre polacco)”, dove il protagonista descrive il piacere provocato dai rumori delle palle da biliardo che sbattono sulla stecca e poi tra loro. Quando crebbi poi, chiesi a mio fratello di regalarmi il suo Subbuteo, ma oramai non lo aveva più, perso nel… Read More
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