Mostrate i pugni e battagliate.

Cagliari, 24 Settembre 1955. Mi chiamo Mario, ho ventisei anni. Questa è la scuola più antica della città. Si trova nella via di cui porta il nome, Giuseppe Manno. Stamattina ho chiuso il portone della casa dove vivo da quando sono nato, e in quindici minuti mi sono ritrovato tra questi banchi. Sono i primi giorni di didattica, sia per voi che per me, che ho appena cominciato il lavoro per cui ho studiato per mezza vita. Di tanto in tanto, quando il cielo è coperto dalle nuvole, percorrendo quei cinquecento metri in salita, mi capita di ritornare con la mente al passato. Passo dinanzi alla chiesa di Sant’Antonio Abate… Read More

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𝓜𝓪𝓻𝓲𝓸 𝓲𝓵 𝓑𝓻𝓲𝓰𝓪𝓷𝓽𝓮 – C𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝔽𝕚𝕟𝕒𝕝𝕖

Mario urlò di nuovo. Scese gli scalini a quattro a quattro. Arrivò al secondo piano, poi al primo, infine giunse al piano terra. In lontananza un uomo in divisa, di spalle, tirava forte il collare di Mario il Brigante. Ehi! Bitte! Bitte! Fermo! Tenente CAZZO! Fermo! Sì, dico a te, tenente Cazzo, o come ti chiami- urlò come se cercasse di sputare il suo stesso fegato per usarlo come arma per difendere il suo Brigante. L’uomo si fermò, Mario corse a perdifiato, quella parte dell’ospedale era affollata di persone che andavano e venivano via, tutti si fermarono ad osservare quella scheggia impazzita. Quando Mario li raggiunse, gridò: Bitte! Hai tre… Read More

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𝓜𝓪𝓻𝓲𝓸 𝓲𝓵 𝓑𝓻𝓲𝓰𝓪𝓷𝓽𝓮 – 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝙓𝙑𝙄𝙄𝙄

Il soldato scosse un braccio e lo mosse lentamente, fece lo stesso con l’altro, infine piegò una gamba e alzò la testa. Me ce chiamavano a scola – disse, cercando di sturarsi le orecchie con il dito indice. Cosa? Chi? Imbecille: me ce chiamavano a scola, pe’ questo ho mollato in prima elementare. Mario è lì, dobbiamo andare a prenderlo! Come facciamo? Cadeno le bombe! Ma che te sei ammattito? Sì, sono matto! –ringhiò con tutto l’ardore che aveva in corpo, scoprendo i denti, tutti rossi di sangue- Forza, andiamo! Ponziano si alzò, videro un’enorme massa nera muoversi all’impazzata in mezzo alle macerie. Una puzza tremenda andò a coprire l’odore… Read More

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Il mio discorso di fine anno.

Mi auguro che in questo nuovo anno che sta arrivando, io possa trovare le forze, io possa farcela. La vita è un gioco, si dice, ma se non hai voglia di giocare, la linea dell’esistenza diviene più storta. Sembrerà strano che io faccia un discorso simile, e forse lo è anche per me. E siccome non voglio essere uno di quelli che dice qualcosa senza entrare nel merito o nel particolare, voglio essere chiaro. In quest’anno che è appena passato sono state tante le volte in cui mi sono trovato in una stanza bianca e dalla luce fredda, con un grande specchio, a guardare i miei stessi occhi, imprecando come… Read More

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Il pregiudizio.

In un famoso film Totò si presentò a Milano in piena Estate, vestito con colbacco, giaccone e sciarpa. Costrinse anche Peppino a fare altrettanto, e quando la sua mitica Spalla fece lui notare che quell’abbigliamento fosse un poco inadeguato per la stagione, lui rispose, a grandi linee: siamo a Milano, siamo al Nord! E al Nord fa freddo. Io sono sardo, e da buon isolano, di pregiudizi ne ho tanti. E posso affermare che Totò avesse pienamente ragione. Al Nord fa freddo, e bisogna vestirsi pesanti. Punto e basta. Ecco, sulla falsa riga di quella bellissima scena, così magicamente comica ed auto ironica, pensando a quella sorta di analisi che… Read More

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Mi chiamo Roberta.

Mi chiamo Roberta, ho ventotto anni e non ho finito le scuole. In realtà le ho sempre finite, ma senza mai ottenere la promozione. Giugno arrivava , l’ istituto chiudeva e io iniziavo le vacanze, poi l’ anno seguente riprendevo dal punto di partenza. Credo di essere arrivata alla seconda superiore, o alla terza al massimo. L’ unica disciplina in cui eccellevo erano i temi. Solo quelli a piacere, si intende. Non prendevo mai la sufficienza, ma me la cavavo comunque. La professoressa mi metteva sempre quattro: – Dovrei metterti zero perché il tema era sui Poeti Maledetti Parigini e tu hai scritto un racconto su unicorni alati e maghi… Read More

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