
Mi auguro che in questo nuovo anno che sta arrivando, io possa trovare le forze, io possa farcela. La vita è un gioco, si dice, ma se non hai voglia di giocare, la linea dell’esistenza diviene più storta. Sembrerà strano che io faccia un discorso simile, e forse lo è anche per me. E siccome non voglio essere uno di quelli che dice qualcosa senza entrare nel merito o nel particolare, voglio essere chiaro. In quest’anno che è appena passato sono state tante le volte in cui mi sono trovato in una stanza bianca e dalla luce fredda, con un grande specchio, a guardare i miei stessi occhi, imprecando come un dannato. Troppe, e questo spero finisca. D’ora in poi sarò più vigile e verificherò l’ambiente ed il percorso prima di imbattermici.
Controllerò che la fotocellula funzioni prima di pigiare il tasto del dispensatore del sapone. Perché se l’acqua del rubinetto del bagno del ristorante non scende, il sapone che hai sulla mano ti tocca spalmartelo nella tasca dei jeans. E comunque quando mi capita, non avverto mai il tizio che viene dopo di me e aspetta di lavarsi le mani.
Il cuore di un uomo con le dita sporche di cibo e non può lavarsele, per di più pentito di non avere usato la forchetta, è sempre più duro, sappiatelo.
Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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