Il giorno dopo, all’ora del lavoro, tornò alla base tedesca, lo stesso soldato gli ripeté quella frase nel suo italiano stentato, e Mario, ancora una volta, fece il giro per andare al palo ad arrampicarsi. Stesso risultato. Fu così per altri dieci giorni. Forse a causa del razionamento del cibo, forse per le notti insonni, la solitudine e la tristezza, Mario cominciava a perdere peso. Le lunghe braccia iniziarono ad asciugarsi, delineando la forma delle ossa ed evidenziando i capillari sotto pelle. La mattina del sedici Febbraio 1943, si ritrovava in fila alla distribuzione degli alimenti. In mano il documento, gli occhi persi nel vuoto. Attendeva il suo turno, avanzando… Read More
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