Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi รจ distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale. Based on a work at http://otticosolitario.it/</a
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I Racconti di un Ottico Solitario
Non amo gli scacchi e la dama, tanto meno i rebus. Io nel tempo libero non amo ragionare, ma fantasticare.
Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi รจ distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale. Based on a work at http://otticosolitario.it/</a
Continue ReadingGiulia e la Lambretta ย Cagliari, 26 Ottobre 1975. Mi chiamo Giulia. E questa รจ la mia storia. Sono nata in un piccolo paese nella provincia di Cagliari, nel 1922. Mio padre era un soldato della Brigata Sassari, combattรฉ al Fronte Italiano nella guerra del Quindici Diciotto. Prima di partire, faceva il contadino. Avevamo un discreto appezzamento di terra, che si estendeva tutto attorno alla nostra casa. Nel 1914 io ero solo un dolce sogno che saltellava dalla mente della mia futura mamma a quella del mio futuro padre, un sogno che si interruppe quando lโItalia costituรฌ il glorioso reggimento di fanteria, che negli anni a seguire fu tanto acclamato… Read More
Continue ReadingCagliari, 24 Settembre 1955. Mi chiamo Mario, ho ventisei anni. Questa รจ la scuola piรน antica della cittร . Si trova nella via di cui porta il nome, Giuseppe Manno. Stamattina ho chiuso il portone della casa dove vivo da quando sono nato, e in quindici minuti mi sono ritrovato tra questi banchi. Sono i primi giorni di didattica, sia per voi che per me, che ho appena cominciato il lavoro per cui ho studiato per mezza vita. Di tanto in tanto, quando il cielo รจ coperto dalle nuvole, percorrendo quei cinquecento metri in salita, mi capita di ritornare con la mente al passato. Passo dinanzi alla chiesa di SantโAntonio Abate… Read More
Continue ReadingMario urlรฒ di nuovo. Scese gli scalini a quattro a quattro. Arrivรฒ al secondo piano, poi al primo, infine giunse al piano terra. In lontananza un uomo in divisa, di spalle, tirava forte il collare di Mario il Brigante. Ehi! Bitte! Bitte! Fermo! Tenente CAZZO! Fermo! Sรฌ, dico a te, tenente Cazzo, o come ti chiami- urlรฒ come se cercasse di sputare il suo stesso fegato per usarlo come arma per difendere il suo Brigante. Lโuomo si fermรฒ, Mario corse a perdifiato, quella parte dellโospedale era affollata di persone che andavano e venivano via, tutti si fermarono ad osservare quella scheggia impazzita. Quando Mario li raggiunse, gridรฒ: Bitte! Hai tre… Read More
Continue ReadingEra ormai notte fonda, quando Mario, Il Brigante e Ponziano erano stati caricati su un carro ambulanza, e portati allโospedale. Ponziano era privo di conoscenza, e il ragazzo, mostrando i pugni e sistemandosi la lunga gonna per preparare un attacco a calci, era riuscito a impedire che li separassero. Ai medici aveva raccontato di essere stato soccorso da quellโuomo, che non conosceva, mentre si trovava nel mezzo del bombardamento. Solo alcuni giorni dopo, i medici avevano scoperto che era un soldato del Regio Esercito. Mario invece era stato destinato ai ricoveri sotterranei dellโospedale, e da allora si era ben guardato dallโuscire, per sfuggire alle ricerche dei tedeschi. Lโospedale Civile si… Read More
Continue ReadingBum! Una piccola nube, odore di polvere da sparo e un lamento canino. Mario sentรฌ il cuore spaccare le costole e venire fuori dal petto, il cane fece un balzo indietro e restรฒ pietrificato. Nel mentre i tedeschi impugnarono dei piccoli revolver che avevano alla cintura, Ponziano si girรฒ e sparรฒ un altro colpo, mirando ai loro piedi. Dalla piccola cartuccera nella tracolla, estrasse dei proiettili, armรฒ nuovamente il fucile e fece fuoco unโaltra volta, sempre tenendo bassa la canna. I tedeschi restarono a terra coprendosi il capo con le mani. Ad ammazzaโ uno sconosciuto coโ la divisa diversa dalla mia pe faโ contenti li governatori nun ce so bono,… Read More
Continue ReadingIl soldato scosse un braccio e lo mosse lentamente, fece lo stesso con lโaltro, infine piegรฒ una gamba e alzรฒ la testa. Me ce chiamavano a scola โ disse, cercando di sturarsi le orecchie con il dito indice. Cosa? Chi? Imbecille: me ce chiamavano a scola, peโ questo ho mollato in prima elementare. Mario รจ lรฌ, dobbiamo andare a prenderlo! Come facciamo? Cadeno le bombe! Ma che te sei ammattito? Sรฌ, sono matto! โringhiรฒ con tutto lโardore che aveva in corpo, scoprendo i denti, tutti rossi di sangue- Forza, andiamo! Ponziano si alzรฒ, videro unโenorme massa nera muoversi allโimpazzata in mezzo alle macerie. Una puzza tremenda andรฒ a coprire lโodore… Read More
Continue ReadingPonziano e Mario si reincontrano.
Continue ReadingMario si svegliรฒ con un mal di testa pulsante e fortissimo. Sentรฌ una punta sopra la fronte, come se avesse una fasciatura stretta, sotto alla quale si era incastrato un sasso. Si toccรฒ e sentรฌ dolore. Provรฒ ad alzarsi, e dovette aiutarsi con le mani: le gambe erano intorpidite, la coscia destra impanata di polvere e intonaco. Restรฒ in piedi per alcuni secondi, cercando di guadagnare equilibrio. Si spostรฒ verso lโesterno, barcollando. Arrivato fuori, una folata di vento lo aiutรฒ ad accorgersi di essere nudo. Il petto completamente segnato da lunghe striature rosse, vi passรฒ una mano sopra e delle fitte lancinanti lo fecero scattare. Tornรฒ dentro. Restรฒ sconvolto a… Read More
Continue ReadingQuando si rese conto di essere ancora vivo si ritrovรฒ per terra, le ginocchia attaccate alla testa e la schiena inarcata, non riusciva a vedere nulla. Un ronzio nelle orecchie, odore di terra e polvere da sparo, il respiro corto. Prima di alzarsi si toccรฒ le gambe, erano al loro posto, ma completamente nude, come il resto del corpo. Continuava a non vedere, avvertรฌ un solletico alla fronte, si sfregรฒ e sentรฌ un liquido viscoso e caldo bagnargli la mano. Tirรฒ via il suo sangue dagli occhi e vide la luce. Il cancello della villa era completamente rigonfio, bombato verso lโinterno. Il muro su cui poggiava aveva dei danni nella… Read More
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