Raffronti di un ottico solitario

[…] Delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge. (Alla sera, U. Foscolo) Forse perché un capolavoro è tale anche per il suo essere riconducibile ad ogni piccola cosa che ci circonda. Possiamo ritrovarne un pezzetto mentre camminiamo per strada, mentre lavoriamo. Io per esempio, oggi in macchina attraversavo la Sardegna, ascoltando la musica del mio lettore. Scorrendo canzone per canzone, mi sono fermato al raggruppamento “sigle cartoni animati”. La settima o l’ottava era questa: https://www.youtube.com/watch?v=R6OC0ClptW4 Dicevo, forse perché sono io, quando guido, facilmente suggestionabile, o forse perché questi versi sono una parte recondita della mente nostra, scoperta, esplicata… Read More

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Duemilasettecento lire

Duemilasettecento lire.   Mi devi duemila e sette. Mi devi duemila e sette. Mi devi duemila e sette. Continuava a ripetermi mio fratello Maurizio. Non la finiva mai. Ogni volta che lo incrociavo, doveva dirmelo. Casa mia aveva un seminterrato dove avevamo la tv più grande e il Nintendo. Era un poco il nostro rifugio. Mia madre non scendeva mai, e se lo faceva, erano cavoli amari, significava che l’avevamo combinata grossa e stava venendo a pettinarci per bene. A suon di aggettivi nella sua lingua madre sassarese e qualche ciabatta. Facchini di porto! Landrastus! Bastasciusu! Il fratello maggiore, che non amava i videogiochi -tranne una parentesi di dipendenza compulsiva… Read More

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