Cosa volete che vi dica di questo pallone? Lo pubblico perché se no gli abrammiti (cercatevi questo termine nel vocabolario di cagliaritano/italiano, così, giusto per riprendere lo studio delle lingue) di Adidas, poi rompono.
Ma cosa potrei dire di questo pallone? Mi sono messo un limite, nel redigere queste mie personalissime schede, ed è quello di limitare le parolacce. Quindi, nel rispondere alla domanda “cosa potrei dire di questo pallone”, sposto l’accento, compongo una parola attaccandola al suo articolo ed infine la tronco: cosa potrei dirvi di questo pallone, così conosciuto? Ûncaz.
Però, pistola alla tempia (come quella che ha in questo momento Pete Saubers, , alla pagina 378 di “Chi perde paga” di S. King, che ho dovuto interrompere per scrivere queste sciocchezze), una cosa ve la racconto: è molto rovinato, per questo ho potuto permettermi di comprarlo, e alcune stampe erano parzialmente cancellate, le ho ripassate io! Maledietemi ora, integralisti del collezionismo! Però, visto che questi palloni li porterò sulla tomba, ci faccio quel che mi pare, e quel che mi pare è che è meglio una stampa restaurata che una stampa scomparsa.
Ah, scusate: nonostante signor Adidas si sia divertito per decenni a scrivere cose non vere nei pannelli (tipo “pallone ufficiale del mondiale 1974” ma invece il pallone non è stato usato in nessun mondiale), nonostante la dicitura che c’è sulla sinistra, questo è dell’Europeo d’Italia del 1980.
Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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