Mi chiaman fifone
Perché un soffio di vento
Mi desta spavento
E lo chiamo tifone

Con gli amici è una guerra
Ho terror di volare
Non m’importa viaggiare
Se non coi piedi in terra

Odio qualsiasi bolide
Odio il mezzo che sfreccia
Di ‘sto mondo che è un Caccia
Mi professo un apolide

Mi piace assai il treno
Che se corre un po’ troppo
Con destrezza lo stoppo
Perché tiro giù il freno

E poi lascia osservare
Taglia in due le città
La sua “velocità”
È che aiuta a imparare

Devo dirvi ch’è vero
Pur se in senso un po’ lato
“Isolano” è il mio tratto
E ne vado anche fiero

Ho tre giorni di tempo
Se lascio la Sardegna
La tristezza mi segna
E non mi dà più scampo

Mia moglie mi odia
Sono abitudinario
Sono un po’ solitario
E d’uccidermi studia

Per questo sostengo
Non ho remora alcuna
A dir la mia fortuna
Io a qualcosa appartengo

Non è celebrazione
Butto giù qualche verso
Senza scriver son perso
Perché sono un fifone.

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Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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