Voi a cosa pensate quando siete soli in casa, a far nulla? In frigo non c’è nessuna porcheria, in televisione nemmeno, non avete voglia di uscire e l’amico che frequentate di solito e con cui passate serate leggere a sparare sciocchezze non c’è. Edwidge Fenech? Un maiale intero arrosto? Una spillatrice di birra torbida e venti pinte trasparenti e luccicanti da sporcare a piacimento?

Ecco, io no. Cioè, sì, un poco sì. Però ci penso in seconda battuta, ci penso come Nelson Abeijon pensa a sbordare da fuori area una palla raccolta in seguito ad una ribattuta del portiere. Perché di prima intenzione io penso a Lui: Il Mitre Ultimax. E dato che ora ne possiedo uno ufficiale, per di più coi mitici ed inimitabili colori della Sampdoria, la mia è un’ossessione. Se non temessi di scadere nel volgare ne parlerei come quando Il Dandi in Romanzo Criminale (la serie) parla di un’ipotetica donna ideale, una che je lo fa tirà sempre. Il Mitre Ultimax coi colori blucerchiati è un vanto, è un fregio, è uno scalpo di un Conquistador spagnolo appeso alla collana di un guerriero Atzeco. Il Mitre Ultimax della Sampdoria è un figlio, ed io lo amo.
La persona che me lo ha passato lo ha restaurato, sul retro presenta una cucitura posticcia, segno di un intervento per cambiare la camera d’aria. Io lo faccio spesso sui palloni che purtroppo non si gonfiano più, e questo mi piace assai. E’ una cicatrice di guerra e d’amor.

N.B. chi mi prende sul serio fa bene, ma chi non coglie il tono goliardico e volutamente forzato è un Nike Total 90, e se conoscete la storia del pallone in Serie A, sapete che insulto stia facendo (ovviamente anche quel maledetto pallone è presente in collezione).

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Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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