Borbottando frugo nella borsa, tirando su la voce per farmi sentire, nella speranza che qualcuno rida di ciò che dico, in sostanza farfuglio per il pubblico: “ma quante saponette hai comprato? Le hai sgraffignate al negozio?“. Finché non m’avvedo di quel che sto facendo, e la pianto, oh se la pianto. Ma la pianto di brutto…

Ma partiamo dal principio.

Con Giulia cerchiamo casa da qualche giorno, gli annunci pullulano ma le nostre esigenze fanno sì che tra giornale e internet le opzioni si riducano a pochi appartamenti. Vorremmo risparmiare rispetto al salato affitto che paghiamo nel centro città, vorremmo stare in una zona più silenziosa e meno affollata, soprattutto di automobili. Potremmo spostarci in periferia, ma poi il risparmio nella locazione andrebbe in carburante ed in tempo per andare e tornare da lavoro.

Visioniamo due o tre case, ma il piatto forte è atteso per il pomeriggio di un tiepido e soleggiato lunedì d’Ottobre. Via Salvator Rosa, dinanzi alla scuola dove ho frequentato le Medie, dinanzi ai giardini dove ancora oggi passo dei pomeriggi a bere birra con gli amici di tutti i giorni, dinanzi alla casa che per oltre un decennio, fino a qualche anno fa, fu dimora di Gigi Riva.

Deve essere nostra.

La sua ubicazione dinanzi a quei tre oggetti del sublimar della felicità mia, fanno cadere in secondo piano la pavimentazione a dir poco scellerata, qualche difettuccio qua e là e il frigo con la base lievemente arrugginita. La vogliamo e basta. Per giunta la padrona di casa si è premurata di dirci che davanti al nostro palazzo abitano diversi uomini di spicco della politica regionale sarda. Bella, davvero bella questa notizia, se non altro per il divertimento che avrei, in qualche pomeriggio di noia, di andare ai loro campanelli per suonare e scappare.

Cerchiamo di trattare sul prezzo. Vorremmo spendere settantacinque euro in meno, dai, signora, siamo bravi ragazzi, non tardo mai con il bonifico, guardi la mia busta paga, e poi non so usare il trapano, non gliene faccio buchi nel muro.

La signora sembra convincersi, ma prima deve conferire con la sua sorella, che ha l’ultima parola sul canone. La sera passa veloce, perché trepidanti attendiamo la chiamata che potrebbe eleggerci a quasi vicini di Gigi Riva. Ma nulla. Stessa cosa il giorno dopo, non si fa sentire. Decido di non andare a pugilato, e questa mia penitenza forse convince l’Altissimo che quella casa, probabilmente, ce la meritiamo. Mentre dovrei essere in palestra a picchiare su un sacco da sessanta chili ma invece sono sul divano a far lui pesare i miei centoventi, ecco che la signora mi chiama:

  • Riccardo, se volete la casa è vostra, domani firmiamo il contratto.

Felici, gioviali, giulivi, torniamo alla nostra futura casa, Giulia sembra Cleopatra, io Obelix, lento nei gesti e nel pensiero. Seduti al tavolo, leggiamo il contratto. A dire il vero Giulia legge il contratto, io non abbandono nemmeno per un istante le sembianze di Obelix, anche per quello che faccio. Prendo le misure delle pareti ma me le dimentico all’istante, sbatto nel mio futuro bagno e apro gli armadi per vedere quale sia più adatto per i miei palloni da collezione.

Alla fine, torno in sala da pranzo, decido di annotare le misure appena prese.

  • Giulia, hai una penna?
  • Certo, la trovi nella mia borsa.

Giulia mi volge le spalle, le due sorelle padrone di casa mi stanno al lato. Vado alla borsa ed inizio a frugare. Smuovo le saponette, sono almeno tre, poi uno straccio della stessa marca delle saponette: “ma quante saponette hai comprato? Le hai sgraffignate al negozio?”.

Dopo circa trenta secondi giro la faccia. Lo sguardo cade sulla borsa di Giulia, nell’altra poltrona. Muoio di paura, muoio di vergogna, muoio di fame perché sono pur sempre Obelix, mi guardo intorno e per fortuna nessuno mi ha visto, e proprio mentre Giulia mi porge il contratto perché io lo firmi, estraggo le mani dalla borsa della padrona di casa cercando di non far cadere nemmeno una saponetta, prendo il contratto e firmo. La casa di Via Salvator Rosa è nostra. Gigi Riva ti amo.

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Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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