G. d. A.

Han provato a rovinarmi Con quintal di rena nera La città da quasi un’era Può soltanto ricordarmi Fui teatro di bevute Dei falò, d’infranti cuori Oggi dicon “ses a frori” Ma sol chi t’ama ti discute A un grande dover io adempio Porto favor a chi è in tresca A chi un po’ d’amore pesca E di Astarte sono il Tempio Di far folla giammai smetto Del demonio fui la sella Questa Cagliari è più bella ‘che s’affaccia sul Poetto Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.Based on a work athttp://www.otticosolitario.it/.

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Il prossimo

Il Prossimo. Devo starti lontano Ma Non pensar che sia sciocco ‘che anche se non ti tocco Io ti tendo la mano È per questo che penso Di rialzarci abbiam fretta La strategia perfetta È di usare il buon senso. href=”http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/” rel=”license”>Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.Based on a work at http://otticosolitario.it/.

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A quattro zampe

Se tu pensi che la vitaChe tu credi ti odi a morteSu di te si sia accanitaAiutata dalla sorte Se ti senti creditoreDel calore di una madreSe le notti furon MagreDell’affetto, dell’amore Questa terra le sventureCoi suoi frutti ha ripagatoE a ogni uomo ha regalatoA quattro zampe le creature Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.Based on a work at http://otticosolitario.it/.

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Mi chiaman fifone

Mi chiaman fifonePerché un soffio di ventoMi desta spaventoE lo chiamo tifone Con gli amici è una guerraHo terror di volareNon m’importa viaggiareSe non coi piedi in terra Odio qualsiasi bolideOdio il mezzo che sfrecciaDi ‘sto mondo che è un CacciaMi professo un apolide Mi piace assai il trenoChe se corre un po’ troppoCon destrezza lo stoppoPerché tiro giù il freno E poi lascia osservareTaglia in due le cittàLa sua “velocità”È che aiuta a imparare Devo dirvi ch’è veroPur se in senso un po’ lato“Isolano” è il mio trattoE ne vado anche fiero Ho tre giorni di tempoSe lascio la SardegnaLa tristezza mi segnaE non mi dà più scampo Mia… Read More

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La metamorfosi di Ri(F)ki

La metamorfosi di RiFki. Guarda un po’ certi ragazziPetto e gambe tutti glabriDella vanità son ebbriE ascoltan Fabio Rovazzi Guarda un po’ il mondo animaleDi spontaneità e d’istintoSull’umanità ha già vintoPerché non conosce il male Guarda un po’ questo che scrivePer il loro amor sol viveVuol sostituir la sua cicciaCon del felin la pelliccia. Racconti di un ottico solitario diRiccardo Balloi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.Based on a work at http://otticosolitario.it/.

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Un bel giorno uno scrittore S’è inventato di Vigata D’un prefetto, d’un questore D’una Livia tanto amata Di un Mimí, di un Catarella Di un Bonetti, un Alderighi Di una casa a Marinella Di Montèlusa gli intrighi. Di un ragazzo, di un tal Fazio Di curiosità mai sazio Di signore, di arancini Di un po’ folli spadaccini. Di un dottore, tal Pasquano Che durante le partite Odia e sgrida il Montalbano Che interrompe le puntate Coi suoi quesiti improvvisi E gli scassa i gabbasisi. Un molosso grande e nero Di Enea Silvio andava matto Era forte, dolce e fiero Era il suo senso del tatto. Il buon Salvo solitario Era… Read More

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Il sonno

… E d’estate dormi maleTra sudate e gran bevuteTra speranze d’un MaestraleChe si sfoga in ripetute.Dopo pranzo poi ti sdraiMa i vicini mangian tardiFan rumore, che asinaiBanchettando ad anacardiCome Dumbo, s’è capitoE tu desto mai assopito. Poi il silenzio infine arrivaI tuoi sensi vanno viaL’immaginazione è vivaMa è un sogno, che magia! Il tuo naso, che tromboneCon i ronfi fai la ToscaMa il buon Dio è un gran burloneA destarti v’è una mosca. Lanci un grido, trema il muroE ricordi da ragazzoQuando alcun faceva il duroTuo fratello come un razzoDa vicin gli mostrava il muro Neanche oggi io son soloIn silenzio, in eleganza In volteggio, come in voloHap e Leonard fan… Read More

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Il carrello bar

C’erano i carrelli bar, uno partiva dalla coda, l’altro dalla testa dell’aereo su cui stavo. Turbolenze lievi, ma non per questo meno frustranti. Steward e hostess ne erano infastiditi perché lo sversamento delle bibite era difficoltoso. Noi passeggeri lo eravamo poiché si sa, quando l’aereo trema, scoda e rumoreggia pensi di essere sospeso in cielo, sorretto da un filo nelle mani di un bambino burlone ed annoiato. Questo era lo scenario prima dell’accaduto. Il posto numero 74f era occupato da una giovane ragazza coi capelli neri, gli occhi stanchi e, a giudicare dall’espressione, tanto affamata. I Frollilli Materani all’arancia erano il suo più ossessivo disio. Sedeva alla metà esatta dell’aeromobile.… Read More

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Imparare

Lo sanno tutti, perché di lui parlo come se conoscessi Robert Smith. Ho un amico che fino a diciotto anni ha vissuto a Parigi, ma é nato a Cagliari da mamma sarda e papà russo. Per questo è di madre lingua italiana, francese e russa. Ogni estate veniva a Cagliari in vacanza, nella piccola casa al mare dei suoi nonni, assieme a tutti i parenti, tra cui i suoi cugini, come lui mezzosangue, ma in questo caso italo norvegese. Anni dopo, quando in televisione vedevo le discussioni in parlamento europeo, notavo parecchie affinità con i pranzi e le cene in casa dei miei amici russo-franco-scandinavo-sardi, dove spesso avevo la fortuna di… Read More

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Cosa m’è necessario.

Da ragazzi ci piaceva andare in giro a cercare dei posti riservati, dove poter sedere e bere qualche birra. Eravamo sempre gli stessi, anzi sarebbe più corretto dire che eravamo sempre noi due. Il desiderio di farlo nasceva solo se collegato alla prospettiva di stare assieme, e quando eravamo fortunati, quando la buona sorte ci riservava una seduta tra le sue braccia, eravamo in tre, ci accompagnava Stefano. Stefano era un amico di tutti i giorni, anche se non lo frequentavamo proprio dal lunedì alla domenica. Non era semplice stargli accanto, e come tutte le cose complicate, ci era necessario. Era egocentrico e goliardico, aveva fantasia, s’inventava un modo per… Read More

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